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"Tribute to Byron", Church of San Francesco, Lerici (Italy)

This fundraising event has been organized within the new music festival "Suoni dal Golfo" (25 August - 8 September 2017) recently established by Maestro Gianluca Marcianò

http://suonidalgolfo.com

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Maxim Novikov (viola), Damiano Salerno (baritone), Cristina Ferri (soprano), Orchestra Excellence, Gianluca Marcianò (conductor)
 
Berlioz Harold en Italie
Verdi selection of overtures, arias and duets

See below an abridged version of the speech to present Heartquake to the people taking part to the fundraising event (text available in Italian)

Buona sera a tutti. Vorrei ringraziare tutti per essere qui stasera e in particolare Gianluca, Maxim, Mario e gli organizzatori del festival per questa serata dedicata ad Heartquake e per averci, in qualche modo, adottato.

Con loro condividiamo la passione per le sfide. Una sfida, quella mia e degli altri trustees e amici, di costituire a Londra una associazione a fini caritatevoli con l’obiettivo di aiutare le popolazioni del  Centro Italia a ricostruire il tessuto economico e ridefinire un futuro sostenibile.

Una sfida che accetta ogni giorno Giuliano Pazzaglini, il Sindaco di Visso, uno dei comuni più colpiti dal sisma, che spesso fatica ad avere una visibilità nella stampa. Sì perché nell'immaginario collettivo le quattro devastanti scosse che hanno colpito 4 regioni, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, sono poi ricordate come “il terremoto di Amatrice”.

HeartQuake è un nome di fantasia che tradotto in italiano suona come moto del cuore e lo abbiamo scelto perché è quello che abbiamo sentito e sentiamo anche ora.

Perché personalmente sento che il terremoto che ha drammaticamente cambiato la vita di migliaia di persone, molto più modestamente ha cambiato anche la mia vita.

HeartQuake vuole accompagnare la ricostruzione contribuendo alla rinascita economica, culturale e sociale di queste zone. Together for reconstrAction vuole proprio significare insieme per agire.

Sì ma come? Attraverso progetti mirati alla formazione dei giovani, all’assistenza alle imprese e alla valorizzazione del territorio; progetti che, come tessere di un mosaico, siano tasselli di un piano unitario di lungo periodo.

Cosa vorremmo? Raccontare una storia diversa.

Una storia nella quale da qui a 2, 5, 10 anni il ricordo del terremoto non verrà associato ad abbandono del territorio, fuga dei giovani e impoverimento complessivo.

Forse molti di voi staranno pensando che io sia… impazzita. Forse è così, ma non penso che HeartQuake si prefigga obiettivi folli, semmai solo visionari.

Seguitemi un attimo: è così folle l'idea di riunire attraverso una charity migliaia di italiani che vivono nel Regno Unito e che vogliono offrire il loro contributo in termini di soldi, contatti, disponibilità di tempo, oppure mettendo a disposizione gratuitamente le loro competenze professionali e idee. Persone che spesso hanno forti legami con le aree terremotate o parenti e amici provenienti da quelle zone.

E così folle rivolgersi alle migliaia di cittadini inglesi e stranieri nel Regno Unito (e non solo) che amano sinceramente il nostro Paese e offrire loro la possibilità di aiutare anche attraverso la nostra associazione?

Noi vogliamo mettere insieme e poter utilizzare al meglio tutte queste potenzialità per un fine comune. Potenzialità che altrimenti resterebbero inespresse e inutilizzate.

Voi potreste obiettare: ma perché solo ora ad un anno dal terremoto?

Ma perché l'ultima scossa devastante risale a pochi mesi fa e se, e sottolineo se, l'emergenza è finita i problemi della ricostruzione del tessuto economico sono ancora tutti lì. E i rischi di desertificazione.

E ancora, è così folle pensare a progetti concreti che si concentrino su tutto ciò che di bello e tipico le aree terremotate hanno da offrire in termini di bellezza del paesaggio, di storia, arte, cultura, agricoltura e valorizzarlo prendendo esempio da come sanno fare in maniera impeccabile gli inglesi?

Io in tutta onestà non ci vedo nulla di folle in tutto questo. A voi giudicare.

Però lasciatemelo dire. E’ ingenuo pensare che la ripresa economica possa avvenire unicamente attraverso la vendita del guanciale di Amatrice, le lenticchie di Castelluccio, il ciauscolo di Visso e i salami di Norcia.

Il futuro si costruisce con iniziative che sappiano valorizzare pienamente ciò che le aree terremotate hanno già ma anche creare nuove opportunità di sviluppo.

Le aree colpite dal terremoto hanno tantissimo da offrire in aggiunta al cibo (in termini di tesori artistici e storici come la Chiesa dell’icona passatora ad Amatrice, o il centro storico di Camerino o di Visso che era ed è tra i più bei borghi d'Italia, la Chiesa di S. Benedetto a Norcia e tanti, tanti altri).

Altrimenti tra alcuni anni le case saranno state ricostruite ma…chi ci abiterà se non ci sarà un tessuto economico? Saranno cittadine deserte.

E sarebbe il peggior regalo che possiamo fare alle generazioni più giovani e la peggiore offesa alla storia artistica e culturale italiana, che tutto il mondo ammira.

Noi di HeartQuake vogliamo invece definire un nuovo modello di sviluppo che si rivolga primariamente ai giovani affinché non solo non lascino il nostro paese ma ritornino facendo arrivare nuove persone, idee, tecnologie, innovazione.

Da alcuni mesi stiamo dedicando il nostro tempo libero a creare una rete di relazioni in Italia e all’estero con il Rotary, con imprese, fondazioni, università, esperti di tecnologie applicate ai beni culturali o di start-up in Italia e nel Regno Unito, importatori di prodotti italiani; e insieme a loro ad identificare progetti, partnership e forme di collaborazione.

Ogni progetto verrà lanciato sul nostro sito web e poi organizzati appositi eventi di fundraising.

HeartQuake vuole essere una piattaforma dove risorse finanziarie, idee, competenze si incontrano e si trasformano in progetti a lungo-termine, concreti, da realizzare a beneficio delle zone terremotate. E questo nella totale trasparenza del nostro operato.

Ma vuole essere anche un punto di incontro con altre associazioni che stanno già aiutando le popolazioni delle zone terremotate per lavorare insieme e unire le forze. Perché insieme possiamo fare la differenza.

Aiutateci a raccontare una storia diversa!